domenica 4 novembre 2007

Divieto di caccia all'immigrato!


Questi ultimi sono stati giorni duri per ogni immigrato. Rumeno o marocchino che sia non cambia. Devo dire che in questi giorni l’Italia mi ha “fatto paura”. Certo, si potrebbe parlare di reazione “emotiva” dopo un crimine a dir poco cruento, però tutto ha un limite.

Si può criminalizzare un'intera comunità, una categoria intera, quella degli immigrati, per il crimine compiuto da un singolo individuo? Qualcuno parla di gocce e di vasi. Capisco, ma perché queste gocce e questi vasi non si vedono quando ad aggredire sono napoletani, romani, milanesi. Perché nessuno va a punire tutti i ragazzini della fascia 11-15 anni visto che in giro è pieno di babygang che gettano nel terrore quartieri interi?

Il crimine è solo lo strumento, il veicolo, per far venire fuori il razzismo che c’è in ogni singolo individuo già infetto. Sei già convinto di essere “superiore” ma aspetti la dimostrazione. Eccola, ora posso dire che “noi siamo diversi”. Ma diversi da chi? Vi immaginate se in America dopo l’ennesimo crimine italico ai tempi della Mafia si fossero presi la comodità di “deportare” gli italiani? Oggi non ci sarebbe tutto quel dire con il petto tanto gonfio “noi abbiamo fatto l’America”!
Sei arrabbiato? Ti capisco, ma non devi insultare me, né Mircea, né Mamadou. Te la devi prendere con la repubblica delle banane che l’Italia è. Con il paese in cui nessuno è mai responsabile dei propri errori, dal premier in giù. Nel paese in cui “dimettersi” è qualcosa di inimmaginabile. Nel paese in cui il “falso in bilancio” è, o meglio era, una semplice bravata (in America ti buttano dentro e gettano le chiavi a mare, tanto per intenderci). Vogliamo parlare di gocce? Parliamone. Questa non è l’ennesima goccia di “immigrato criminale” ma l’ennesima goccia d’Italia che non funziona. Ho sentito delle parole sensate dalla Bonino “le leggi esistono già, basta applicarle”. Non si fanno le leggi “per i rumeni” o quelle per questa o quella comunità. Si applicano quelle che ci sono. Hai sbagliato, paghi!

L’ho sempre pensato, i primi a voler vedere la legge rispettata e l’applicazione del banalissimo principio secondo cui chi sbaglia paga sono gli immigrati onesti che vivono e lavorano in questo paese e che pur non avendo mai torto un capello a nessuno si trovano sempre sul banco degli imputati per colpa di questo o quel criminale di turno.

Consiglio a tutti la lettura del rapporto del ministero degli interni sulla criminalità in Italia negli ultimi decenni, tanto per capire che il rapporto immigrazione-criminalità è solo qualcosa di mediatico e strumentalizzato a fini politici. ( gli omicidi sono passati da 1900 nel 1991 a 600 nel 2006, cioè nel periodo in cui l'immigrazione è diventata un fenomeno sociale).

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