domenica 28 dicembre 2008

Alla guerra…


Trecento morti, centinaia di feriti e questo è “solo l’inizio” come dicono in Israele. Dirvi cosa provano ora i cittadini di tutto il mondo arabo non è facile, ma sappiate che nessuno vuole sentire parlare di pace e tra questi ci sono anch’io. Personalmente sono convinto che così come nella vita, anche nei rapporti internazionali bisogna avere un limite e una dignità. Israele ha scelto, apertamente e senza vergogna, la via del massacro, della punizione collettiva, vuole imporre la legge del più forte. Ed è per questo che oggi chiedo, anche se so che non verrà mai esaudita la mia richiesta, di vedere gli eserciti arabi che si muovono, di accendere i motori dei caccia e carri armati che ogni anno vengono comprati dagli USA per centinaia di miliardi di dollari (paesi come Arabia Saudita ed Emirati Arabi spendono più di Israele per armarsi). Israele deve capire che i popoli arabi vogliono la guerra, perché i palestinesi siamo noi tutti e l’arroganza va punita con i mezzi giusti quando si oltrepassa il limite.

Due anni sono passati dalla guerra in Libano, più di 1300 morti e danni inestimabili che ancora oggi sono ben visibili in tutto il paese. Ora sta toccando a Gaza. Senza contare i massacri piccoli e grandi di questi due anni. La scusa è sempre la stessa, “loro ci aggrediscono”. Che fa ridere anche un bambino. Tu, potenza militare che occupi territori palestinesi, libanesi, siriani, che te ne freghi delle risoluzioni internazionali e di quello che ti dice il mondo, che basi la tua esistenza sul fatto che l’altissimo abbia “prescelto” il tuo popolo, parli di aggressione da parte delle tue vittime che ogni tanto hanno un sussulto di libertà? Ma allora è proprio vero che quando mi vengono a rapinare in casa devo lasciar fare e non azzardarmi a dare nemmeno un pugno al rapinatore, perché diventerei un pericoloso “aggressore” che per questo merita di morire, con tutta la mia famiglia!

P.S: spero che gli israeliani si rendano conto che la mia generazione, quella dei ventenni e trentenni di oggi, cresciuti con Madrid, Oslo e altre chiare aperture arabe verso la pace, continuando così non potrà che ricredersi e tornare alle convinzioni dei propri padri. Contenti voi!

lunedì 27 ottobre 2008

Tu chi sceglieresti? Obama o McCain?


Un’iniziativa interessante e simpatica che ho trovato online è questa di msn che potete provare cliccando qui, permette ai navigatori di scegliere tra Obama e McCain in una sorta di elezioni “virtuali”, certo non saranno valide dal punto di vista statistico, ma ci possono far capire orientativamente come sono visti i due candidati in giro per il mondo, infatti dopo aver votato vengono forniti i risultati nei diversi paesi coinvolti da questa iniziativa, si va dal 90-10 per Obama in quasi tutti i paesi del Nord Europa, si scende a 80-20 in paesi come Italia, Spagna ,Russia e Turchia, si arriva poi al 75-25 degli USA per infine trovare un'unica anomalia al plebiscito per Obama, Israele: 50-50! La sola idea di avere un presidente americano leggermente più aperto alle ragioni degli arabi che possa quindi obbligare Israele a rispettare i propri impegni nei confronti dei palestinesi deve aver terrorizzato i navigatori di Tel Aviv!

venerdì 24 ottobre 2008

Varietà!


E’ da un po’ di tempo che non scrivo qui sul blog. Di cose ne sono accadute nel frattempo, in Italia e nel mondo. Da queste parti su tutto prevale l’emergenza razzismo, molti negano, definiscono “episodi sgradevoli” la morte di Abdul, i pestaggi ai danni di diversi extracomunitari, le scritte razziste. Sarà, ma il clima è cambiato, non bisogna essere esperti per dirlo. Forse più che di razzismo io parlerei di xenofobia, brutta ugualmente, ma non è la stessa cosa. Bisognerà comunque lavorare molto per stabilire un clima di convivenza più sereno e civile. Poi c’è la riforma Gelmini, scuole e università occupate e il rischio di un futuro dell’istruzione “per tutti” a dir poco incerto in questo paese che anziché aumentare i fondi per la ricerca scientifica li taglia!

Poi c’è il mondo che va a rotoli, o forse dovrei dire il capitalismo “scorretto” delle speculazioni e del guadagno a tutti i costi. Molti dicono che a rimetterci come sempre saranno i più poveri, sinceramente non lo so, posso solo constatare che nel mondo arabo, in particolare in Giordania, molti avevano affidato gran parte dei loro risparmi a delle aziende di trading che operavano sulle borse mondiali promettendo guadagni facili e veloci, ora piangono in massa. Quelli però che saggiamente hanno tenuto i soldi sotto il mattone ora vedono le cose migliorare, il prezzo della benzina è calato del 35% negli ultimi mesi, di conseguenza i trasporti, molte merci, servizi. Pare che vada tutto al contrario, quando negli ultimi anni si parlava di crescita forte dell’economia la gente soffriva e si lamentava del continuo aumento dei prezzi, ora che si parla di crisi molta gente quasi sorride vedendo aumentare il proprio potere d’acquisto. Forse perché l’economia quando cresce spesso lo fa per pochi “eletti”, gli altri vedono soltanto crescere i prezzi inflazionati dalla troppa moneta in giro!
E poi ci sono le elezioni americane alle porte, Mr.Bush finalmente se ne va, lasciandosi dietro un mondo devastato e un solo amico, Silvio! E ora speriamo nell'arrivo dell'uomo nero...

martedì 30 settembre 2008

Eid Mubarak


Eid Mubarak a tutte le sorelle e i fratelli, augurando loro una festa piena di gioia e serenità...

lunedì 1 settembre 2008

Ramadan Karim

Ramadan è giunto! Auguri e buon digiuno a tutti i musulmani...

martedì 5 agosto 2008

In vacanza!


Tra poche ore il vostro "beduino" se ne va per tre settimane in Giordania da parenti e amici. Cercherò di postare qualcosa da lì ma non ve lo garantisco :-)

Buone vacanze a tutti...

giovedì 24 luglio 2008

Il visto per la Casa Bianca? Al consolato israeliano...


In questi giorni stiamo assistendo ad una cosa molto triste, l’ennesimaa dimostrazione di quanto la democrazia americana sia in realtà una dittatura indiretta di lobby e corporazioni. Barack Obama, il giovane senatore e candidato democratico alla casa bianca, sta facendo il “compitino” assolutamente necessario per avere qualche speranza di diventare presidente degli USA, sta cercando di dimostrare in tutti i modi la sua amicizia, passione, amore per lo stato ebraico. L’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) , la lobby ebraica in America, è da sempre decisiva nell’esito delle elezioni americane, è semplicemente inimmaginabile diventare presidente degli USA senza aver prima fatto tutto quello che c’è da fare per farsi amici quelli dell’AIPAC.

Qualche settimana fa per allontanare i sospetti sulle sue origini “islamiche” Obama è arrivato a dire che Gerusalemme è la capitale eterna di Israele, suscitando lo sdegno del pacato Abu Mazen e di tutti coloro che credono e sperano nella pace, che in base a tutte le risoluzioni internazionali prevede Gerusalemme Est come capitale del futuro stato palestinese. In questi giorni durante la sua visita in Israele ha fatto di tutto per dimostrare la sua fedeltà verso Israele, dichiarazioni alla Bush, kippah in testa, visita al muro del pianto con tanto di preghiera!

Purtroppo come sempre ad avere ragione sono i più semplici, i meno colti, l’uomo di strada arabo ha da sempre rinunciato a sperare in una presidenza americana più giusta e vicina ai palestinesi, scrittori e intellettuali hanno sempre continuato a sperare ad ogni nuove elezioni. Forse questa è la volta giusta per capire che anche con "change", con la faccia nuova, con il primo presidente di colore, l’America resterà sempre legata ad un sistema che vede le lobby più forti (AIPAC in testa) decisive nella politica estera americana.

A proposito di lobby e politica estera consiglio a tutti la lettura del libro, ferocemente attaccato dall’AIPAC e oscurato a livello mondiale, di Stephen Walt e John Mearsheimer, dal titolo “La Israel lobby e la politica estera americana” , Editore Mondatori.

giovedì 17 luglio 2008

Spari in Medioriente? E' sempre un attentato!


Quando si dice "pregiudizio". Ieri sera alle 23 locali (22 ora italiana) un uomo, anzi un ragazzo di 18 anni, assiste ad un concerto libanese nel centro di Amman. Finito il concerto segue 4 musicisti libanesi e mentre questi stanno per salire sul pullman che li deve riportare in albergo apre il fuoco dalla sua 9mm ferendo i 4 libanesi, l'autista giordano del pullman e una donna palestinese che passava lì in quel momento. Un atto criminale? Un gesto di un folle? Un attentato? Non si sa ancora niente, indagini in corso... Ma non per il Corriere, da loro è tutto chiaro, arabi= attentati. Ed ecco che sul sito del Corriere oggi si legge di "kamikaze" e "attentato" ad Amman! Fossi nei panni dell'ambasciatore giordano in Italia denuncerei il Corriere per diffusione di notizie false, atte a danneggiare l'industria del turismo giordano alla vigilia del periodo estivo di grandi arrivi dall'Europa.

sabato 7 giugno 2008

Tutto il mondo è paese. I bengalesi, “rom” del golfo!


Negli ultimi tempi l’opinione pubblica in diversi paesi del golfo è rimasta scioccata da efferati crimini commessi da membri della numerosissima comunità bengalese presente. Si sono sollevate voci “xenofobe” simili a quelle che in Italia sentiamo contro i rom. Che vanno cacciati, che va regolato il loro flusso, che sono tutti delinquenti, ecc. Ora il Bahrain, noto in Europa solo per il GP di Formula 1, ha deciso addirittura di bloccare i visti in ingresso dal Bangladesh. Niente più lavoratori bengalesi, il tutto dopo che un meccanico bengalese ha segato un suo cliente in due per una discussione sulla tariffa. Negli ultimi due anni altri crimini commessi da bengalesi avevano suscitato la collera in Bahrein, tra cui quello di un cuoco che uccise la figlia del suo datore perché aveva criticato il suo modo di cucinare a quanto pare. Ricordo che gli immigrati in Bahrein sono circa la metà della popolazione e che solo i bengalesi sono circa 110 mila, su un milione di abitanti, l’11% quindi, percentuale altissima rispetto a quelle degli immigrati in Europa. (i romeni in Italia sono 600 mila, che su 58 milioni di abitanti sono poco più dell’1% della popolazione).

E’ curioso vedere che i partiti e movimenti islamici sono quelli più divisi e netti nel loro giudizio su tale provvedimento in Bahrein. Da una parte i salafiti, che avevano chiesto da tempo al governo limitazioni all’ingresso dei bengalesi nel regno. Dall’altra parte intellettuali “islamici” che ricordano a tutti che Allah giudica l’individuo, non il popolo o la comunità, quindi considerano questo modo di ragionare quasi “blasfemo”. Un po’ come la differenza in Italia tra i leghisti “cristiani” e la Caritas “cristiana”. Tanto per dimostrare che ognuno percepisce quello che gli pare della religione a seconda del “background” politico e culturale che lo caratterizza.

martedì 3 giugno 2008

Iran libero. Ma da chi?


Vari quotidiani (principalmente il Riformista) e intellettuali nostrani stanno promuovendo una manifestazione contro Ahmadinejad in arrivo a Roma, fin qui nulla di strano, si può benissimo manifestare contro chiunque. Il senso della manifestazione è però un po’ ambiguo, si parla di manifestazione per liberare l’Iran. Ma liberarlo da chi? Forse molti si stanno dimenticando una cosa fondamentale, l’Iran è uno dei pochi paesi islamici democratici, Ahmadinejad è stato democraticamente eletto dal popolo iraniano, quindi si può benissimo odiare come si possono odiare Bush e Zapatero, ma il popolo iraniano non ha certo bisogno di essere liberato (ricordo ai nostri giornalisti “distratti” che l’attuale sistema di stato “islamico” presente in Iran è stato voluto dal popolo iraniano con la rivoluzione islamica del 1979 contro il regime dello shah). Casomai andrebbero liberati egiziani e marocchini, però i loro tiranni, quelli si che lo sono, hanno una caratteristica che li rende immuni alle critiche, sono amici dell’occidente. Mubarak non è stato scelto dal popolo egiziano, i vari Re e principi in molti paesi arabi non sono stati scelti dai loro popoli, Ahmadinejad invece, che ci piaccia o no, è stato scelto dal suo popolo in elezioni regolari.

Il problema è che se vogliamo essere onesti dobbiamo dirla tutta, a noi in realtà della democrazia nel resto del mondo non ce ne frega proprio niente, a noi interessa avere governi amici che fanno i nostri interessi e obbligano i propri cittadini ad accettare il “sistema”. Anzi, forse sarà solo un puro caso, ma gli unici regimi mediorientali che notiamo sono quelli che ce l’hanno con Israele. Coincidenze…

venerdì 16 maggio 2008

La “nakba” vista con gli occhi di una nonna palestinese


In questi giorni in Israele si festeggia il sessantesimo anniversario dalla nascita dello stato ebraico, dall’altra parte i palestinesi piangono per la sessantesima volta la nakba (catastrofe) che fu per loro la nascita d’Israele, con i massacri e i villaggi spazzati via e i rifugiati che ancora oggi sognano di tornare a casa.

Rafka Darwish, Umm Tawfik, nonna palestinese di 105 anni, ricorda bene la nakba ma soprattutto la vita palestinese prima del 1948 e l’ottima convivenza con cristiani ed ebrei della Palestina.
Umm Tawfik è una rifugiata, nata nel 1903 nella cittadina palestinese del Majdal (Ashkalon). Ha 5 figli e un centinaio tra nipoti e bisnipoti. Tre dei suoi figli sono morti a Gaza ma lei ancora sogna di tornare a casa.

Racconta la semplicità del suo quartiere del Majdal prima del 1948. “la nostra vita era tranquilla prima della nakba quando gli ebrei occuparono le nostre case…eravamo il paese più grande della zona, lavoravano quasi tutti nel commercio e nell’artigianato, non ci mancava niente, eravamo semplici ma non conoscevamo la povertà”.

Nonostante la semplicità e la poca istruzione, dato che c’erano solo scuole elementari e per proseguire gli studi superiori bisognava andare fino a Gerusalemme, era considerata una vera e propria vergogna la presenza di poveri nel paese. “I ricchi avevano l’obbligo di nutrire i poveri, eravamo autonomi in tutto, le olive e l’olio, il grano, il pollame, tutti lavoravano la propria terra, persino le piogge erano molto più frequenti all’epoca”.

Ricorda che prima di emigrare vivevano con famiglie palestinesi ebree, con le quali avevano ottimi legami. “Ricordo benissimo il nostro vicino Yitzhak, eravamo molto legati”, così come il legame era molto forte con le famiglie cristiane del paese.
Umm Tawfik e il marito possedevano 5 negozi e 120 dunum di terreni agricoli (12 ettari) oltre alla casa. Tuttora conserva i documenti e gli atti di proprietà e le chiavi di casa.

Il giorno della nakba lo ricorda così “Eravamo nel periodo di raccolta quando gli ebrei iniziarono a bombardare le nostre case di notte e al mattino aumentò seppellendo molti sotto le macerie, molti massacri vennero compiuti contro i villaggi palestinesi, specialmente intorno a Gerusalemme”.
“Tutto ciò ci terrorizzo, quindi decidemmo di allontanarci per qualche giorno, settimane al massimo, per tornare quando si sarebbe calmata la situazione, non ci portammo dietro nulla di prezioso, eravamo convinti di tornare”.
“Nessuno immaginava di ritrovarsi 60 anni dopo ancora lontano da casa, lasciarono tutto convinti di tornare, perfino la cucina la misi in ordine prima di uscire”.
“Il cammino verso Gaza fu tremendo, era dura e lunga e ci bombardavano in testa, c’erano vecchi e bambini e molti di loro non riuscivano a camminare e andavano portati in braccio”.

Umm Tawfik racconta il duro impatto con Gaza. “Arrivammo alla periferia di Gaza, era povera e piccola e con pochi abitanti”. “All’inizio ci ospitarono le famiglie di Gaza, ma con il passare del tempo iniziammo a prendere le camere in affitto, pagando somme modeste, alcuni si costruirono delle baracche o delle piccole case con legno e pietre, poi iniziò ad arrivare il sostegno di diverse organizzazioni internazionali, con cibo e tende, iniziarono anche ad organizzare le classi scolastiche nelle tende”. Ricorda che i campi profughi nacquero nei primi anni cinquanta con una camera per ogni quattro persone, poi arrivarono scuole ed ospedali.

giovedì 15 maggio 2008

I TG fatti con i piedi!


E’ l’una di notte, c’è l’ultima edizione del TG5 in corso, mentre leggo un po’ di cose sul web sento dalla tv alle mie spalle di un missile lanciato da Gaza e caduto su un centro commerciale nel sud d’Israele, causando 13 feriti. Mi giro e continuo ad ascoltare, il conduttore afferma che l’atto è stato rivendicato dal “fronte popolare per la liberazione della Palestina” e dai “comitati popolari per la resistenza”. Poi conclude dicendo che sono sigle affiliate ad Hamas!

Il fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) venne fondato dal medico palestinese cristiano George Habash e il movimento si ispira apertamente al marxismo. Ora il TG5 ci dice che i marxisti sono integralisti islamici.

L’ennesima conferma, per chi non l’avesse ancora capito, che i media italiani stanno al giornalismo serio come un giornaletto di scuola sta al NY Times…

mercoledì 7 maggio 2008

La Lega sta cambiando?



In questo momento ho la tv su la7. C’è l’infedele di Lerner, bel programma che purtroppo negli ultimi tempi ho seguito poco. Si parla di Lega, sicurezza, ecc. Devo dire che i toni di alcuni leghisti ultimamente iniziano a sorprendermi. Non sono più su “caccia allo straniero” ma stanno andando su “caccia al clandestino”. E’ già un piccolo miglioramento! Il sindaco di Verona, Tosi, parla addirittura di “pari diritti e doveri”, quindi anche l’immigrato regolare deve avere dei diritti. Caspita!

Personalmente dopo la vittoria PDL - Lega vedo due possibili scenari molto diversi tra loro. Il primo vede il PDL spostarsi su posizioni “dure” come quelle leghiste, con le ovvie conseguenze. Il secondo invece vede la Lega ammorbidirsi, passando da un rifiuto totale per il diverso, l’altro, la società multiculturale, ad una posizione più legata a problemi reali come quelli della sicurezza, ecc. Ovviamente non posso che sperare nel secondo scenario.
Maroni, prossimo ministro degli interni, ha perfino parlato di “senso di insicurezza” che in alcuni casi è lontano dalla realtà. Cioè una volta arrivati al Viminale i leghisti ammettono che c’è un problema di percezione della realtà che non rispecchia la reale situazione. Che dire? Miracolo!

Sta a vedere che tra un po’ di tempo sentiremo di leghisti che firmano per costruire le moschee ai “bravi” musulmani regolari...

giovedì 17 aprile 2008

Silvio, cambia consigliere!


Dal Corriere di due giorni fa: “La sparizione della sinistra? È un fatto di importanza storica”. Silvio Berlusconi ne parla a Studio Aperto. «Parlavo al telefono con il politologo che ritengo più intelligente tra coloro che si interessano a queste vicende di storia contemporanea, don Gianni Baget Bozzo - afferma il Cavaliere - e mi diceva che anche secondo un lui è un fatto assolutamente nuovo, non compare più la falce e martello tra i partiti rappresentati in Parlamento, credo sia un grande passo in avanti verso uno schieramento della sinistra che riesca a uscire dal passato e che si avvia a diventare socialdemocratico».

A parte il fatto che, indipendentemente dalle proprie idee politiche, la sparizione di un movimento così radicato nella società non può essere visto positivamente in alcun modo perché impoverisce la vita politica del paese. Perfino Tremonti sembrava rammaricato l’altra sera da Mentana! Comunque trovo preoccupante, lo dico da musulmano, che Berlusconi consideri Baget Bozzo come politologo e storico a cui fare riferimento. Lo dico senza alcuna intenzione di sminuire l’intelligenza del personaggio, anche Hitler era molto intelligente, sia chiaro! Quello che mi preoccupa sono le posizioni piuttosto islamofobe e conflittuali verso il mondo islamico di Baget Bozzo. Direi in sintonia con la peggiore destra Neocon americana. Quella dello scontro di civiltà, delle guerre preventive, delle “crociate” di Bush. Le posizioni del governo Berlusconi 2001-2006 in politica estera non erano certo in sintonia con le mie idee, ma non erano così scandalose considerando altre destre nel mondo. Spero che la combinazione Lega+ Baget Bozzo non porti Berlusconi verso una posizione di conflitto verso l’altra sponda del Mediterraneo, sarebbe un disastro per l’Italia e per la comunità islamica italiana.

martedì 15 aprile 2008

Riflessioni elettorali…


E’ stato il giorno di Silvio? Anche, ma direi che i veri vincitori di queste elezioni sono i leghisti, hanno ottenuto un risultato notevole, probabilmente decisivo nell’esito elettorale. Ha perso Walter? Diciamo di no. Non ha perso perché il PD è un progetto nuovo, una piccola “rivoluzione” nella scena politica italiana, non ha ottenuto quanto si poteva sperare ma il 33-34% non è male. Chi ha perso veramente queste elezioni è la sinistra “radicale”, i comunisti e i verdi. E’ indubbiamente una sconfitta pesante, direi inimmaginabile. Certo il PD ha portato via voti ai partiti di sinistra, ma il 3% è una vera e propria miseria, diciamo che lo sarebbe stato anche il 6% se si considera che alle scorse elezioni alla camera Rifondazione aveva il 5,9%, i Comunisti Italiani con i Verdi il 4,4%, siamo quindi al 10,3%, al quale andrebbe poi aggiunto un qualcosa considerando l’ingresso di “Sinistra Democratica” cioè la parte più di sinistra dei DS che si staccò a suo tempo quando si capì che il PD sarebbe stato troppo “di centro” per loro. Insomma già il 6% sarebbe stato un misero contentino, il 3% è senza mezzi termini un disastro. Lega su e Sinistra giù ed ecco spiegate le elezioni del 2008, senza troppi fronzoli, senza troppi giri di parole. E intanto Silvio se la gode…Good Luck Italia!

sabato 12 aprile 2008

Il caso Italia


Domani si vota! Bene. Ma vi siete accorti che in un modo o nell’altro questo paese deve sempre essere anomalo? La gente dovrebbe decidere tra Berlusconi e Veltroni, altri permettendo, senza averli mai visti in uno scontro faccia a faccia. E’ una cosa ridicola. In tutti i paesi europei i due candidati principali si scontrano più volte rispondendo alle stesse domande e avendo lo stesso tempo a disposizione. In USA sono mesi che vediamo la Clinton e Obama negli show televisivi e sono solo le primarie. Qui nulla!

Ieri da Mentana c’è stato lo scontro “virtuale”. Hanno parlato nella stessa puntata i due candidati principali, ma senza incontrarsi, prima l’uno poi l’altro. Veltroni mi è sembrato fin troppo “rilassato”, quasi fosse una serata di beneficenza con amici. Berlusconi era come al solito “polemico” con tutto quello che viene “inventato” su di lui. E’ un caso unico al mondo, pare che i giornalisti italiani non riescano a comprendere le parole di Berlusconi, che evidentemente rilascia sempre le sue dichiarazioni in dialetto milanese, da qui i “malintesi” continui dopo ogni sua dichiarazione…

Non ci resta che aspettare l’esito di queste elezioni. Buon voto a tutti!

lunedì 31 marzo 2008

Arabia Saudita e Vaticano. Segnali distensivi


Re Abdallah Al Saud, sovrano del regno Arabo Saudita, ha affermato di recente di volere organizzare diversi summit con i leader islamici in giro per il mondo per preparare una proposta di dialogo e incontro tra i figli delle principali religioni monoteiste, credenti nella Torah, nel Vangelo e nel Corano, per arrivare ad un punto d’incontro capace di tutelare l’umanità, i valori comuni e la famiglia dalla “rovina”.

Il Re durante il sedicesimo summit del dialogo tra Giappone e Islam che si è tenuto recentemente a Riyadh, svoltosi sotto il titolo “la cultura e il rispetto delle religioni”, ha affermato di aver pensato profondamente negli ultimi due anni, ed è arrivato a proporre quindi ai dotti sauditi l’idea “per avere da loro il semaforo verde e grazie ad Allah hanno accettato”. Il Re dice inoltre che non dimenticherà mai l’ultimo incontro che ha avuto col Papa, incontro pieno di umanità, in cui “sono stato accolto come uomo da un altro uomo”.

Che sia un segnale di chiara apertura tra Arabia e Vaticano? (ricordo che l’Arabia non ha rapporti diplomatici ufficiali con il Vaticano).

mercoledì 26 marzo 2008

Magdi Allam. Cristiano o Crociato?


Cristiano. Questo è il nuovo nome da cattolico del noto e discusso giornalista egiziano. Dice di aver scelto di convertirsi dopo un lungo e sofferto percorso. Per quanto mi riguarda è cambiato poco, a me è sempre sembrato cristiano “dentro”, però non intendo il cristiano che tutti apprezzano, quello del perdono, dell’amore e della carità, bensì il cristiano “crociato” di una volta, quello della caccia all’infedele, dello scontro tra religioni, dei roghi per chi non la pensa in un certo modo. Perché per me Allam rappresenta questo. Non a caso Calderoli, noto per le sue posizioni “cristiane” verso il prossimo, l’ha accolto con simpatia nella nuova fede!

Qualcuno lo definiva “musulmano moderato”. Io non ho mai capito bene il significato di questo termine, se per moderato s’intende colui che non vuole lo scontro con il non musulmano e lavora per la pacifica convivenza tra le fedi allora bisognerebbe dire che quasi tutti i musulmani sono moderati, gli integralisti nel mondo islamico sono una minoranza e inoltre non tutti gli integralisti sono ostili ai non musulmani. Il problema è che considerare Allam come moderato, tarando su di lui la “misura” di moderazione, significava accettare solo l’arabo e il musulmano che ripudia la sua cultura e le sue tradizioni, significa chiedere al musulmano di dimenticare la sua religione, in sintesi si tratta di “imperialismo ideologico”. Anche Binladen accoglierebbe a braccia aperte un europeo o un americano che inizia a pensarla come lui su quasi tutti i fronti. E’ facile fare i “tolleranti” così! Se sei veramente tollerante e aperto verso l’altro, il diverso, non lo dimostri volendolo trasformare per forza in un tuo simile, ma accettando la sua diversità nel rispetto reciproco. Questo non vuol dire che i musulmani devono avere uno statuto speciale dove non rispettano le leggi dello stato, ma semplicemente che vanno trattati come gli altri quando le rispettano, senza fare discorsi ideologici tipici di Allam e simili. Nessuno discute “ideologicamente” della Kippah di un ebreo o del turbante di un Sikh, però tutti addosso al velo andando a discuterne perfino la presenza o meno nel Corano! Se un ebreo decide di impartire un’educazione religiosa a suo figlio e fargli leggere la Torah nessuno ci trova niente di strano, se lo fa un musulmano viene accusato di voler creare un “ghetto” nella società! Se qualcuno osasse protestare contro la costruzione di una nuova sinagoga verrebbe messo al rogo come “antisemita”, invece protestare contro le nuove moschee è quasi un obbligo per molti cittadini!

Un’altra cosa di Allam che non ho mai amato è il suo mischiare religione e politica in un gioco a dir poco scorretto. Mettere Israele in mezzo a ogni discussione sull’Islam italiano è semplicemente da persona in malafede. La questione palestinese è sentita dagli arabi in quanto tali, aldilà della loro religione. Moltissimi politici e personaggi di spicco della resistenza palestinese sono ed erano cristiani, su tutti Geroge Habash, scomparso di recente, ma non solo. In Iraq il vice di Saddam, Tarek Aziz, che si rifiutò di parlare ai giornalisti israeliani a Roma quando venne a incontrare il Papa, era ed è cristiano. Inoltre Allam nel suo mischiare tutti i movimenti islamici in un unico pentolone è di una superficialità sconcertante. Cosa c’entra Hezbollah con Al Qaeda? Cosa c’entrano i fratelli musulmani con i salafiti sauditi? Purtroppo il “target” di Allam non è un pubblico specializzato, in quello fa pochissima breccia, non a caso negli ambienti accademici e universitari Allam è visto più come un giornalista “da gossip” che altro, ma il suo è un pubblico fatto di lettori “normali” di giornali, gente che dell’Islam sa poco e nulla e non ha la più pallida idea di cosa ci sia dall’altra parte del mediterraneo. Quelli in sintesi che appena gli dici che sei arabo ti chiedono “ma tuo padre quante mogli ha?”!

Nel “metodo Allam” si decide se uno è o meno moderato in base alle posizioni che ha verso Israele. Usando il metro di Allam il cristiano Tarek Aziz e il cristiano Hugo Chavez e il cristiano Michel Aoun diventerebbero tutti dei pericolosi “integralisti islamici che minacciano l’occidente e la cristianità” per il semplice fatto che non hanno posizioni acritiche verso Israele! Io capirei Allam se fosse l’ambasciatore d’Israele in Italia, che deve fare gli interessi del suo paese e allora fa di tutto per confondere il cittadino occidentale dicendogli che Hamas minaccia pure lui e che se i movimenti islamici hanno un problema con Israele ce l’hanno pure con l’Italia! Come dire che siccome l’ETA in Spagna uccide dei civili allora tutti in Italia sono possibili bersagli dell’ETA! Hamas, Hezbollah e altri, a differenza di Al Qaeda che ha piani “globali”, sono movimenti di ispirazione islamica ma legati a conflitti locali (Palestina e Libano) in cui Israele ha fatto migliaia e migliaia di vittime negli ultimi 60 anni. Che poi Hezbollah possa essere appoggiato dall’Iran dove oggi c’è al potere Ahmadinejad non vuol dire niente, è la politica! Ogni paese fa i propri interessi ed è normale che un paese come l’Iran possa giocare le sue carte, così come fanno gli USA, la Russia e altri! Da qui a fare il lavaggio del cervello all’italiano medio dicendogli che siccome Hamas uccide degli israeliani di conseguenza i musulmani sono un pericolo anche per sua sorella (Copyright by Falecius) mi sembra assurdo e scorretto, almeno per un giornalista serio. Ma tanto Allam non lo è mai stato! Spero solo che la sua nuova fede gli faccia passare un po’ di quella inaudita cattiveria con la quale scrive i suoi articoli…

lunedì 10 marzo 2008

I fanatici del forum “moderato”!


Quando anch’io facevo parte di quelli che scrivevano sul forum di Allam, nel lontano 2004, mi rimasero impresse molte persone, in negativo ovviamente, che parlando di “civiltà” e “dialogo” sputavano odio in continuazione. Non avevo mai incontrato persone così piene di odio in vita mia, nemmeno parlando con gente che osanna Binladen senza troppi problemi!

Mi ricordo un signore ebreo, sionista convinto, di quelli che “i palestinesi non esistono”, "sono una pura invenzione”. Puro sionismo degli albori in sintesi. Ricordo bene anche che ebbi diverse discussioni con questo signore e che spesso i miei interventi più “incisivi” non venivano pubblicati, cosa che mi fece dubitare e non poco della neutralità del moderatore, che poi con gli anni ha rivelato il suo “tifo” per Israele con l’ultimo libro (con sciarpa allegata) intitolato “Viva Israele”!

Sono passati 4 anni. Allam è diventato, non si sa come, la voce dell’Islam “moderato” italiano e di tutti quelli che sono per la vita e la verità e tutti i valori dell’occidente libero, bla bla bla, bene. Vediamo quindi cosa si scrive sul forum “di quelli per la vita”, l’autore del sottostante delirio è il signore ebreo che ricordo, non è cambiato per niente! Ecco a voi cosa ha scritto recentemente sul forum (gli errori in italiano sono suoi)…

Cari furumisti,I terroristi hanno massacrato 8 studenti della yeshivà Mercaz ha-rav con dei kalashnikov che erano state forniti all'AP coll'assenso di USA, UE e gli imbelli Sharon e Olmert con lo scopo di permettere al "moderato" Mahmud Abbas di controllare gli "estremisti" Hamas, cosa che lui non intende ne può fare né a parole, né, soprattutto, coi fatti. E se qualcuno volesse ricordarmi delle parole di condanna (in inglese) di Abbas dell'attto criminale, gli farei osservare che le agenzie della Fatah, controllate dallo stesso Abbas, l'hanno lodato quando redatte in arabo. In araba questa si chiama taqiya.I "palestinesi" hanno avuto l'occasione di cominciare a costruirsi uno stato a Gaza, hanno fallito miserabilmente per propria colpa. Stavolta Israele deve riprendersi Gaza a deportarne gli abitanti. Che se ne vdano pure in Egitto, visto che questo paese l'aveva occupato nel fallito tentativo di distruggere la neorinanta Israele nel 1948, e che non si degnò di concedere la cittadinanza ai gazani né di iniziare il processo di costituzione di uno "stato palestinese", di cui nessuno tralaltro iniziò a parlare prima del 1967; nemmeno i cosidetti palestinesi.Dopo ci che si potrà ripetere la procedura con gli arabi che occupano la Giudea-Samaria, erroneamente chiamate "Cisgiordania" o "west bank".Prossima tappa, invasione e occupazione del Libano sud fino al fiume Litani, e per assicurarsi di non avere i problemi della prima guerra del Libano: distruzione di tutti i villaggi sciiti. E si rimane fino alla restituzione dei soldati Elad e Golwasser.E si si è fatto 30, si fa 31: attaccare la Siria fino alla restituzione della salma di Elie Cohen

Ora analizziamo insieme e brevemente il “succo” di quello che pensa un degno rappresentante dei fan di Magdi Allam.

1) Gli arabi raccontano bugie sempre, lo proverebbe il fatto che Abbas ha condannato nella versione inglese ma quando parla agli arabi elogia l’attentato. (Su Aljazeera e Alarabiya ho sentito dire che Abbas ha parlato di condanna e crimine, in arabo).
2) I palestinesi vanno deportati!
3) La Cisgiordania è un modo di dire errato, non esiste una cosa del genere, è Giudea-Samaria! Beh, se lo diceva Mosè!!
4) Bisogna invadere il Libano e soprattutto distruggere tutti i villaggi sciiti (magari con tutti i civili dentro nella migliore tradizione israeliana!).
5) Visto che ci siamo bombardiamo anche la Siria così si sta tutti meglio!

Devo aggiungere qualcosa? Lascio a voi il giudizio. In sintesi questo è il forum di “libero e civile confronto” di quelli che lottano per “la vita e la verità”. E non è su http://www.ammazzailmusulmano.it/, ma sul Corriere della Sera!

venerdì 7 marzo 2008

Due pesi e due misure


Poche ore fa c’è stato un attentato a Gerusalemme, sono morti sei israeliani oltre ai due attentatori. Negli ultimi sette giorni Israele ha bombardato a tappeto la striscia di Gaza, di palestinesi ne sono morti 150 circa, di cui un terzo in un solo giorno. Decine di questi sono bambini, alcuni neonati. Non voglio fare qui la “conta” dei morti, più palestinesi, meno israeliani, ecc. Quello che mi sento però obbligato a sottolineare è la differenza nel trattamento riservato a queste notizie da parte dei media italiani. Dopo l’attentato a Gerusalemme tutti i telegiornali italiani hanno dato la notizia in apertura, con collegamenti in diretta, racconti strazianti, ecc. Nell’ultima settimana molti telegiornali non hanno nemmeno parlato per un secondo di quello che stava accadendo a Gaza, quei pochi che l’hanno fatto non si sono certo affrettati a dare la notizia in apertura, ma solo a fine telegiornale o quasi, parlando di “continue tensioni in Medioriente”. Cioè spiegatemi una cosa, cento morti palestinesi sono “tensioni” e sei morti israeliani sono “strage”? Ma per fare i giornalisti non bisognerebbe conoscere l’italiano e il significato delle parole?

Quello che trovo vergognoso è che una tale disparità nel dare le notizie è tutta italiana. Mi capita spesso di vedere la Bbc o la Cnn e devo ammettere che sono molto più imparziali e obbiettive nel coprire le notizie dal Medioriente rispetto alle tv italiane. Sarà che in America o in Gran Bretagna le “lobby ebraiche” possono solo premere con determinati mezzi “legali” per avere i media dalla loro parte, mentre in Italia con un po’ di soldi i media te li compri direttamente alla faccia dell’informazione libera! Banana Republic… Banana Tv!

martedì 4 marzo 2008

Leggi il Corano? Ecco perchè sei povero!!


Sempre più spesso nei media e in certi ambienti “neocon” italiani (vedi forum di Allam) si associa l’arretratezza e la povertà alla religione. I paesi islamici sono arretrati perché islamici, invece gli altri lo sono solo per motivi sociali ed economici! Strano, non c’è che dire.
Mi è venuto in mente l’argomento leggendo diversi giorni fa sul forum di Allam un lettore che diceva in poche parole che il mondo islamico deve abbandonare il dogmatismo religioso per svilupparsi e produrre beni e ricchezze.
Il concetto di sviluppo è molto vago chiaramente, chi è sviluppato e chi no? Contano solo i soldi? Conta l’export? Cosa indica lo sviluppo? Stranamente tutti accusano l’Islam di essere una palla al piede dei paesi islamici, come se per fabbricare frigoriferi e computer ci fosse bisogno di libertà sessuale! Anche Israele è uno stato legato in maniera forte all’ebraismo e al dogmatismo religioso (vedi shabat, kasher, ecc) eppure eccelle nella ricerca scientifica a livello mondiale (l’Italia in confronto è poca roba) e moltissimi ricercatori soprattutto nell’informatica e nell’elettronica (vedi sviluppatori Pentium) sono “ultraortodossi” che praticamente vivono in funzione della Torah.

C’è da dire poi che il mondo islamico è molto variegato, ci sono paesi poverissimi e paesi ricchissimi, paesi dove la metà della popolazione è analfabeta e paesi dove la percentuale di laureati è superiore alla media europea, paesi dove le donne girano in chador e paesi dove girano come gli pare. Eppure la tendenza è sempre quella di far percepire al cittadino occidentale un blocco monolitico, fermo e arretrato, povero e violento. Molti paesi islamici sono in fortissima espansione economica, e non mi riferisco solo a quelli pieni di petrolio, ma anche per esempio all’Egitto con i suoi 80 milioni di abitanti che si muove da alcuni anni e registra tassi di crescita superiori al 7% l’anno. Però quando il 7% l’anno lo fa l’India è “fenomenale” e quasi ti fanno credere che tra un anno gli indiani saranno ricchi come gli americani, se invece il 7% lo fa l’Egitto nessuno ne parla, perché tanto sono musulmani e quindi poveri e zozzi!

L’idea secondo cui la ricchezza dell’Occidente è dovuta all’illuminismo e via dicendo è carina, ma non regge. Indubbiamente questo ha aiutato molto favorendo l’apertura alla scienza vista la precedente ostilità della chiesa, ma vorrei ricordare a tutti che la fase in cui l’Occidente ha fatto veramente il salto di qualità, cioè a cavallo della rivoluzione industriale, non era certo una fase di diritti umani come la intendiamo oggi, non esisteva la parità tra i sessi, non c’erano le donne lavoratrici, ecc. In sintesi era nettamente peggio del mondo islamico oggi. Se l’Occidente è ricco è solo grazie alle invenzioni, all’industria, alla scienza dell’epoca che ha messo questa parte del mondo in condizioni di avere sempre più ricchezza. Poi non trascurerei le guerre e il colonialismo, che hanno portato via per secoli le risorse di tanti paesi del mondo, dando all’Occidente la spinta necessaria per diventare ricco e industrializzato.

Per fare un PC ci vuole istruzione, matematica, elettronica. Per fare un esempio l’Iran produce molta più scienza e tecnologia del moderato Egitto o della laica Siria, eppure è molto più rigido e dogmatico di gran parte dei paesi arabi e islamici. Ribadisco, la religione con lo sviluppo (in senso economico e tecnologico) non c’entra nulla. Ci vuole meno corruzione e più programmazione, semplice a dirsi, meno a farsi…

mercoledì 20 febbraio 2008

Walter, non copiare Silvio!



La mia avventura nella “blogpolitica” italiana non può che iniziare con lui, il più discusso, il più odiato, il più amato, il più basso (fisicamente) dei politici italiani. Mi riferisco chiaramente a Silvio!
Berlusconi è un fenomeno, c’è poco da dire. Uno che nonostante tutto riesce ancora ad attirare le simpatie di così tanti italiani non è normale. Due anni di Prodi e l’Italia si è dimenticata dei cinque anni di totale buio di Berlusconi. Certo uno potrebbe dire che con Prodi la situazione non è migliorata, ma di certo non è peggiorata, eppure sembra quasi dagli umori popolari che quando c’era Berlusconi si stava tutti bene, ricchi e felici!

Politicamente parlando sono abbastanza lontano da Berlusconi, ebbene si, tendo a sinistra! Sono un coglione anch’io! Però non sono nemmeno comunista, specialmente se si parla di economia. Gli stati dove oggi si vive meglio al mondo sono tutti stati con una solida e libera economia di mercato, dove però c’è un forte senso di “giustizia sociale”, penso ai paesi scandinavi, al Canada e pochi altri. Il modello di “mercato libero” non sono certo gli Stati Uniti, dove puoi diventare milionario così, ma dove puoi anche crepare nell’indifferenza generale. Per questo vedo bene un partito come il PD, le idee sono buone, il leader è capace, forse manca il carisma necessario. Ora però c’è un problema, non è che alla fine per guadagnare voti il PD svende la sua anima “di giustizia” e diventa quasi un remake di FI? Il dubbio mi sorge quando vedo tutti parlare delle stesse cose, in salse diverse. Nessuno si avvicina più di tanto a un tasto dolente della società italiana, quello della distribuzione della ricchezza, perché sembra troppo da comunisti! Però non lo è, l’idea che il ricco debba cedere un pochino della sua ricchezza per aiutare i poveri non è comunista, è semplicemente umana. E’ in tutte le religioni, in tutte le rivoluzioni, in tutti i movimenti popolari. Si danneggia l’economia del paese in questo modo? Non credo. In Svezia quasi tutti sono “middle class”, ci sono pochi ricchi e pochi poveri, eppure è un paese che viaggia molto bene (vedi fondi alla ricerca scientifica).

Negli ultimi giorni Berlusconi ha tirato fuori un’idea delle sue, mi preoccupa il fatto che anche Veltroni la consideri valida! Mi riferisco all’idea di “detassare gli straordinari”. Tutti contenti, ma di che? Io di economia ci capisco il giusto, ma mi sembra piuttosto chiara la conseguenza di una cosa del genere. Lo stato toglie le tasse sugli straordinari, di conseguenza un’azienda che si trova con molto lavoro da fare invece di assumere un giovane chiederà ai propri impiegati “vecchi” di fare gli straordinari, perché conviene all’azienda non pagando le tasse, conviene ai lavoratori perché andranno a prendersi due soldini in più. Sembra tutto tanto bello, se non fosse per il giovane disoccupato che già oggi non trova lavoro, figuriamoci quando le aziende tenderanno a far lavorare di più i propri dipendenti piuttosto che assumerne di nuovi! E meno male che stanno tutti pensando ai giovani in questa campagna elettorale…

Ampliare gli orizzonti...


Dopo un po’ di tempo torno a scrivere sul blog. Non ho avuto nessun problema o altro, semplice mancanza di tempo e d'ispirazione. Anche per questo ho deciso di ampliare gli orizzonti di questo blog, che fino ad ora si è occupato solo ed esclusivamente di Islam, Medioriente e dintorni. Da oggi parlerò ogni tanto anche di società italiana, di politica italiana e di cose che non c’entrano nulla con tutto ciò. Più che altro perché ci sono periodi in cui dal Medioriente arrivano le solite tristi notizie e visto che il mio “target” di lettori è generico leggere sempre le stesse cose alla lunga potrebbe anche stancare e poi un po' di varietà fa sempre bene!

venerdì 25 gennaio 2008

Simpatici e antipatici per gli egiziani...


Uno studio statistico commissionato dal governo egiziano ha rivelato che lo stato più odiato dagli egiziani è Israele, quello più amato l’Arabia Saudita.
Il 78% del campione ha detto di odiare Israele, seguono in classifica USA e Danimarca. Più indietro Gran Bretagna e Russia.
Tra gli stati più amati svetta l’Arabia, seguita da Sudan, Palestina, Giordania e Libano.
Per quanto riguarda il resto del mondo (paesi non arabi) la simpatia degli egiziani è andata alla Cina, seguita da Giappone, Francia, Indonesia, Iran, Pakistan, Malesia.
Uno strano sondaggio, non c’è che dire, ma piuttosto interessante…In Italia chissà cosa verrebbe fuori da un sondaggio del genere!

martedì 22 gennaio 2008

Omar Bin Laden: “Mio padre non è un terrorista”


Nega Omar, non ha mai definito suo padre- Osama Bin Laden- un terrorista, ma vorrebbe che “trovasse altri metodi” per raggiungere i suoi obiettivi.
In un inglese discreto, dice Omar (26 anni) alla Cnn nell’intervista mandata in onda ieri, che non accetta l’uccisione dei civili “cerco di dire a mio padre di trovare altri metodi per raggiungere i suoi obiettivi, le bombe e le armi non sono un metodo giusto per qualsiasi cosa”.
Omar, parlando dal Cairo, dove vive con la moglie britannica Zena, ha precisato che non sente suo padre da 8 anni, dal 2000, quando decise di lasciare il campo di addestramento in Afghanistan.
Aggiunge “gli dissi che avevo deciso di partire e provare a vivere e vedere il mondo esterno, perché ero con lui dall’infanzia e avevo visto solo lui e i suoi amici”. Prosegue “mi disse se questa è la tua scelta cosa posso dirti? Vorrei che tu rimanessi ma è una tua scelta”.

Omar dice di non vedere suo padre come un terrorista “in passato la chiamavano guerra, ora lo chiamano terrorismo” spiegando che “mio padre pensa di aiutare la gente…non penso che sia un terrorista perché la storia dice che non è un terrorista”.
Continua dicendo che quando suo padre combatteva contro l’Unione Sovietica l’America lo considerava un eroe, e per quanto riguarda gli attacchi dell’11 Settembre 2001 contro l’America dice “personalmente non penso siano stati una cosa giusta, ma è accaduto”. Poi aggiunge “anche la guerra in Vietnam non è stata una cosa giusta, e quello che accade in Palestina non è una cosa giusta”.

Non sa dove si trova il padre, conferma Omar, e secondo lui è molto difficile che venga catturato data la popolarità di cui gode nelle zone dove si trova. Rispondendo alla domanda se suo padre si trova nella zona di confine tra Afghanistan e Pakistan dice “forse si e forse no” aggiungendo “la gente lì è diversa…non hanno alcuna considerazione del governo”.
Omar, quarto di undici figli di Osama Bin Laden dalla prima moglie, e uno dei diciannove figli del leader di Al Qaeda, conclude dicendo che lui e sua moglie stanno organizzando una corsa per cavalli nel Nord Africa per promuovere la pace.

Quanto sopra è la mia traduzione della notizia apparsa oggi sul sito (in arabo) di Alarabiya. (C'è anche una foto di Omar, se vi può interessare!).

giovedì 17 gennaio 2008

La "routine" di Gaza!


Il maggiore quotidiano italiano è diventato ormai la voce ufficiale d’Israele in Italia? Mi faccio questa domanda perché sinceramente non riesco più a spiegarmi il modo in cui vengono date le notizie dal Medioriente sul Corriere della Sera. Molto probabilmente non lo sapete nemmeno, ma l’altro ieri 17 palestinesi, di cui la metà civili, sono stati uccisi dalle bombe israeliane, e il Corriere che fa? Nel sito inserisce la notizia con il seguente titolo “altri razzi su Israele”. Si avete capito bene, i morti palestinesi, non uno, ma diciassette, sono un dettaglio, li trovi tra le righe, ma il titolo è su quel povero stato di nome Israele, assediato dai potentissimi palestinesi e dai loro pericolosissimi razzi (giusto per la cronaca, neanche un israeliano è morto per questo lancio di razzi).

Sapete qual è stata la ciliegina sulla torta? Che Israele ha definito il massacro come “un’operazione di routine”. Si, proprio così. Devo dire però che sono stati onesti, almeno loro lo ammettono che uccidere decine di palestinesi per volta rientra nella routine dello stato ebraico!

Nel frattempo l’idiota, Bush per chi non l’avesse capito, se la ride tra sceicchi accoglienti e presidenti dementi. E da Sharm si dice ottimista per il percorso di pace! Ottimista? Ma vallo a dire ai palestinesi, che ogni volta che sentono parlare di pace gli viene ormai la nausea, che pace è quella in cui ti piovono bombe in testa ogni giorno? Inutile raccontare dei razzi palestinesi, raccontiamo invece di come sono sempre andate le cose. La strategia israeliana è sempre quella, la comunità internazionale si mobilità, si parla di pace, dialogo, accordo, i palestinesi, che realmente non hanno altre scelte accettano, gli israeliani fanno finta di accettare, salvo compiere una “strage di routine” nell’arco di pochi giorni per provocare la parte meno arrendevole dei palestinesi, Hamas in testa, che puntualmente risponde, attentato o razzi che siano. Il gioco è fatto, tutto il mondo a questo punto parlerà dei cattivi palestinesi che distruggono ogni possibilità di pace, con “illustri” analisti che vanno a parlare in tv per ore, tutti dimenticandosi dei 20/30 morti palestinesi di pochi giorni prima, ma condannando il terribile “atto terroristico” che ha causato 3/4 morti israeliani. Si, funziona proprio così, non venite a dirmi che sono di parte perché i numeri parlano da soli. Anzi, ditemi una cosa, se invece di 17 palestinesi l’altro ieri ci fossero stati 17 morti israeliani, non civili, diciamo tutti militari, si sarebbe parlato per giorni e giorni di terrorismo palestinese o no? Il Papa e Mastella sarebbero finiti in secondo piano o no? Poi ci raccontiamo che i media “occidentali” sono liberi e indipendenti…E Babbo Natale che vi ha portato scendendo dal camino?

mercoledì 9 gennaio 2008

L’immigrato “temporaneo” in eterno...


Pochi giorni fa leggevo un articolo piuttosto interessante su un giornale giordano, era una specie di “psicanalisi” del giovane immigrato giordano, ma penso sia valida per molti altri immigrati qui in occidente. Gli immigrati giordani in Italia sono pochi, perché i giordani, così come i libanesi per esempio, puntano al “top” quando decidono di immigrare. Quindi li trovi a Londra, a Toronto, a Sidney, a Los Angeles o semplicemente nella vicina Dubai. A Milano, con tutto rispetto, ne trovi poche decine, sono quelli degli anni settanta venuti a studiare e rimasti qui! In genere il giovane immigrato giordano è laureato, parla l’inglese e sa bene come usare un pc, si sente “frustrato” perché a casa con la laurea in ingegneria o medicina si fa 500 euro al mese, giustamente pensa di meritarne di più. Poi arriva nei “paradisi” di cui ha sentito tanto parlare, si inserisce, trova un lavoro, inizia a farsi degli amici e una vita, ma l’idea che ha in testa è chiara, deve trattarsi di una cosa temporanea, qualche anno all’estero per mettere da parte due soldini e poi tornare a casa e “sistemarsi”. Qui scatta il maledetto meccanismo del prolungamento, volevi stare cinque anni, ma dopo cinque anni ti rendi conto di aver messo ben poco da parte, perché non hai saputo tirare bene la cinghia, nel frattempo quelli rimasti a casa, i tuoi vecchi amici e parenti, stando a casa con mamma e papà si sono fatti la macchina, si sono messi parecchi soldini da parte e pensano di comprare casa, ti rendi conto che forse casa non era poi così male, ma sai anche che tornando lì dovresti cominciare da capo, da quei maledetti 500 euro e non dai 1500 che nel frattempo i tuoi amici sono arrivati a guadagnare. Se torni sei un fallito, non puoi tornare a mani vuote, sarebbero cinque anni buttati al vento, anni lontani da casa e dalle persone a cui tieni, e poi torneresti a spalle scoperte. Hai paura di tutto ciò, in fondo dove sei stai bene, ma la voglia di tornare è grande. Decidi di stare ancora qualche anno, ma questa volta farai di tutto per “risparmiare” come si deve. Gli anni passano, eri rimasto che a casa un chilo di pomodori costava dieci cent, ora ne costa settanta. Volevi mettere da parte quei benedetti 40 mila euro, sufficienti a comprare un appartamento di 140 mq, nuovo e ben rifinito. Ora la stessa casa di euro ne costa 120 mila, tu sei arrivato a quota 30 mila in banca e ti rendi conto che non ce la farai mai. Ti sei condannato alla vita dell’immigrato “temporaneo” in eterno, quello che voleva stare pochi anni fuori, ma che si ritrova a 40 anni ancora lontano da tutti, con una moglie e due figli a carico. E pensi, arriverà mai il giorno in cui tornerò a casa?

P.S: tranquilli, non è autobiografico!

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