martedì 23 ottobre 2007

Quando il fratello è brasiliano


Pochi giorni fa gli ultimi profughi palestinesi in fuga da Baghdad, bloccati tra Iraq, Giordania e Siria, hanno lasciato la zona verso il Brasile. Mi risulta che Cile e Canada si erano resi disponibili ad ospitarne una parte. Erano poche centinaia quelli rimasti sospesi nella terra di nessuno per “burocrazia”. Nessun paese arabo, se non Yemen e Sudan in extremis, gli avevano dato diritto di asilo. Quattro anni e mezzo nel deserto sotto le tende, soffrendo il caldo e il freddo, l’umidità, la mancanza di qualsiasi cosa, vivendo con quel poco che gli veniva passato dalle associazioni umanitarie. Per quattro anni e mezzo hanno vissuto come cani, direi peggio dei cani di un qualsiasi paese civile. Tra questi c’era anche un signore con un curriculum di tutto rispetto, una laurea, un master e un dottorato di ricerca in Genetica. Ma tanto siamo talmente saturi di cervelli dalle nostre parti che li lasciamo andare così!

Il bello è che ci scaldiamo sempre parlando di “fratellanza” e “nazione araba”. Ma ci rendiamo conto che sono solo chiacchiere? Non ho visto le piazze del Cairo e di Damasco piene di gente per solidarietà ai nostri “fratelli” nel deserto, non ho visto titoli di giornali duri con i governi. Ho visto qualcosa sulle tv satellitari proprio alla fine, tanto per “piangere sul latte versato”. Ho visto un giornalista giordano dire su Aljazeera con tono polemico che “questa è una vergogna per tutti i governi arabi”. Era incluso anche il suo?

E’ una vera vergogna non solo per i governi, che tanto ci deluderanno sempre, ma lo è per noi cittadini arabi, che ormai non ci mobilitiamo più per niente se non “telecomandati”. Le vignette ci hanno recato un’offesa pesante, sono d’accordo, ma lì c’era solo da protestare civilmente, senza quelle vergognose violenze che si sono viste. Ora invece quando ci sarebbe da infiammare le piazze, da occupare palazzi governativi da destinare a questi profughi, in poche parole da “tirare fuori le palle”, dimostriamo quello che valiamo veramente, nulla. Alzi la mano chi non è d’accordo!

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