Sono tante le volte in cui abbiamo sentito parlare di “svolte” tra israeliani e palestinesi, si sono visti vertici e riunioni, colloqui bilaterali, mediazioni, ma alla fine non è mai cambiato nulla.
Mi meraviglio ogni volta che leggo articoli sulla stampa che parlano di Israele come uno stato che vuole la pace ma non trova il “partner”. Leggendo tali articoli mi chiedo quale criterio “intellettuale” venga adottato per assumere i giornalisti, e se come ci vogliono raccontare, nessuno intasca dollari per dire certe cose. Il problema palestinese sarà complesso, per la sua lunga storia, ma è anche banale, per la soluzione. Nel senso che volendo realmente la pace si sa benissimo cosa deve succedere, il punto è che Israele la pace la vuole unilaterale, come dire non fateci del male ma noi vogliamo comunque occuparvi in eterno!
Annapolis, tanti sorrisi, tante chiacchiere, poi che senti dire in questi giorni? Che la costruzione delle colonie nella zona Est di Gerusalemme (Abu Ghneim) procede a pieno regime e altre 307 unità abitative verranno costruite presto. La Giordania, cosa mai vista prima, protesta. L’America, cosa mai vista prima, chiede “chiarimenti”. Israele se ne infischia di amici e nemici e continua per la sua strada, loro fanno come vogliono!
Abu Mazen sa benissimo che ormai questa è l’ultima chance, i governi arabi pure. Se questa volta le cose non andranno come “promesso” sarà dura continuare con la politica del “dialogo”. Il ministro degli esteri saudita, Saud Al Faisal, prima di Annapolis ha detto in maniera abbastanza chiara che questa sarebbe stata l’ultima occasione per la pace, e che in caso di fallimento si sarebbe tornati ai tempi delle “guerre”.
Come possiamo allora interpretare l’ennesima provocazione israeliana subito dopo un vertice di pace? Annunciare la costruzione di nuove colonie in un territorio che “entro il 2008” deve essere Palestina sa proprio di presa in giro. Cercano la guerra con gli arabi? Non penso, se non altro perché sono passati 34 anni dall’ultima guerra “globale” tra arabi e israeliani. Vogliono mostrare agli integralisti interni che loro non prendono ordini dall’America? Mi sembra stupido, visto che poi dovranno cedere i territori se ci sarà la pace. Sinceramente non riesco a interpretare questa mossa israeliana se non come un chiaro messaggio di sfida nei confronti di chi pensa di “dettare” condizioni, cioè la controparte palestinese. Come dire, noi facciamo la pace, ma vi diamo quello che ci pare, quando ci pare.
E poi in occidente si chiedono perché i palestinesi vanno a votare in massa per Hamas…
Mi meraviglio ogni volta che leggo articoli sulla stampa che parlano di Israele come uno stato che vuole la pace ma non trova il “partner”. Leggendo tali articoli mi chiedo quale criterio “intellettuale” venga adottato per assumere i giornalisti, e se come ci vogliono raccontare, nessuno intasca dollari per dire certe cose. Il problema palestinese sarà complesso, per la sua lunga storia, ma è anche banale, per la soluzione. Nel senso che volendo realmente la pace si sa benissimo cosa deve succedere, il punto è che Israele la pace la vuole unilaterale, come dire non fateci del male ma noi vogliamo comunque occuparvi in eterno!
Annapolis, tanti sorrisi, tante chiacchiere, poi che senti dire in questi giorni? Che la costruzione delle colonie nella zona Est di Gerusalemme (Abu Ghneim) procede a pieno regime e altre 307 unità abitative verranno costruite presto. La Giordania, cosa mai vista prima, protesta. L’America, cosa mai vista prima, chiede “chiarimenti”. Israele se ne infischia di amici e nemici e continua per la sua strada, loro fanno come vogliono!
Abu Mazen sa benissimo che ormai questa è l’ultima chance, i governi arabi pure. Se questa volta le cose non andranno come “promesso” sarà dura continuare con la politica del “dialogo”. Il ministro degli esteri saudita, Saud Al Faisal, prima di Annapolis ha detto in maniera abbastanza chiara che questa sarebbe stata l’ultima occasione per la pace, e che in caso di fallimento si sarebbe tornati ai tempi delle “guerre”.
Come possiamo allora interpretare l’ennesima provocazione israeliana subito dopo un vertice di pace? Annunciare la costruzione di nuove colonie in un territorio che “entro il 2008” deve essere Palestina sa proprio di presa in giro. Cercano la guerra con gli arabi? Non penso, se non altro perché sono passati 34 anni dall’ultima guerra “globale” tra arabi e israeliani. Vogliono mostrare agli integralisti interni che loro non prendono ordini dall’America? Mi sembra stupido, visto che poi dovranno cedere i territori se ci sarà la pace. Sinceramente non riesco a interpretare questa mossa israeliana se non come un chiaro messaggio di sfida nei confronti di chi pensa di “dettare” condizioni, cioè la controparte palestinese. Come dire, noi facciamo la pace, ma vi diamo quello che ci pare, quando ci pare.
E poi in occidente si chiedono perché i palestinesi vanno a votare in massa per Hamas…