mercoledì 9 gennaio 2008

L’immigrato “temporaneo” in eterno...


Pochi giorni fa leggevo un articolo piuttosto interessante su un giornale giordano, era una specie di “psicanalisi” del giovane immigrato giordano, ma penso sia valida per molti altri immigrati qui in occidente. Gli immigrati giordani in Italia sono pochi, perché i giordani, così come i libanesi per esempio, puntano al “top” quando decidono di immigrare. Quindi li trovi a Londra, a Toronto, a Sidney, a Los Angeles o semplicemente nella vicina Dubai. A Milano, con tutto rispetto, ne trovi poche decine, sono quelli degli anni settanta venuti a studiare e rimasti qui! In genere il giovane immigrato giordano è laureato, parla l’inglese e sa bene come usare un pc, si sente “frustrato” perché a casa con la laurea in ingegneria o medicina si fa 500 euro al mese, giustamente pensa di meritarne di più. Poi arriva nei “paradisi” di cui ha sentito tanto parlare, si inserisce, trova un lavoro, inizia a farsi degli amici e una vita, ma l’idea che ha in testa è chiara, deve trattarsi di una cosa temporanea, qualche anno all’estero per mettere da parte due soldini e poi tornare a casa e “sistemarsi”. Qui scatta il maledetto meccanismo del prolungamento, volevi stare cinque anni, ma dopo cinque anni ti rendi conto di aver messo ben poco da parte, perché non hai saputo tirare bene la cinghia, nel frattempo quelli rimasti a casa, i tuoi vecchi amici e parenti, stando a casa con mamma e papà si sono fatti la macchina, si sono messi parecchi soldini da parte e pensano di comprare casa, ti rendi conto che forse casa non era poi così male, ma sai anche che tornando lì dovresti cominciare da capo, da quei maledetti 500 euro e non dai 1500 che nel frattempo i tuoi amici sono arrivati a guadagnare. Se torni sei un fallito, non puoi tornare a mani vuote, sarebbero cinque anni buttati al vento, anni lontani da casa e dalle persone a cui tieni, e poi torneresti a spalle scoperte. Hai paura di tutto ciò, in fondo dove sei stai bene, ma la voglia di tornare è grande. Decidi di stare ancora qualche anno, ma questa volta farai di tutto per “risparmiare” come si deve. Gli anni passano, eri rimasto che a casa un chilo di pomodori costava dieci cent, ora ne costa settanta. Volevi mettere da parte quei benedetti 40 mila euro, sufficienti a comprare un appartamento di 140 mq, nuovo e ben rifinito. Ora la stessa casa di euro ne costa 120 mila, tu sei arrivato a quota 30 mila in banca e ti rendi conto che non ce la farai mai. Ti sei condannato alla vita dell’immigrato “temporaneo” in eterno, quello che voleva stare pochi anni fuori, ma che si ritrova a 40 anni ancora lontano da tutti, con una moglie e due figli a carico. E pensi, arriverà mai il giorno in cui tornerò a casa?

P.S: tranquilli, non è autobiografico!

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